Il nuovo fronte dell’assemblea condominiale: l’assemblea mista
Il nuovo fronte dell’assemblea condominiale: l’assemblea mista
Su “Il Sole 24 ore” del 19 dicembre è stato pubblicato un articolo di Carlo Callin Tambosi sui presupposti dell’assemblea mista in condominio.
L’articolo può essere letto a questo indirizzo https://www.quotidianocondominio.ilsole24ore.com/art/il-condominio/2020-12-14/riunioni-condominio-caso-assemblee-miste-parte-presenza-e-parte-remoto-203743.php?uuid=ADYOAI8
Ecco in sintesi quanto analizzato sulle pagine del Quotidiano.
E’ noto che il nuovo art. 66 disp. att. c.c. ammette con il consenso della maggioranza dei condomini (oppure se prevista dal regolamento) la cosiddetta assemblea in teleconferenza pura: senza la presenza dei condomini che potranno parteciparvi solo tramite strumenti informatici.
Ma se l’ipotesi prevista dal codice esclude la convocazione in presenza, occorre considerare il caso che l’amministratore faccia una convocazione tradizionale prevedendo anche la possibilità di partecipazione in teleconferenza, già in fase di convocazione. E anche il caso in cui in caso di convocazione tradizionale un condomino chieda poi di partecipare tramite collegamento da remoto.
Sono possibili tali ipotesi e a quali condizioni.
La legge non dice nulla e, ovviamente i giudici non si sono ancora pronunciati.
E’ tuttavia ragionevole ritenere che se la maggioranza dei condomini può far fare la teleassemblea pura, quella che esclude chi non è in grado di collegarsi, l’amministratore possa permettere la partecipazione in teleconferenza ove sia garantita invece la possibilità di partecipare direttamente.
E’ altresì ragionevole ritenere che se è garantita la possibilità di partecipare in presenza non sia legittimo che uno o più condomini impediscano a uno di partecipare in videoconferenza anche se la videonconferenza non sia stata prevista al momento della convocazione.